
Simona Maria Frigerio, “L’italiano è figlio della Commedia?” (2021)
“A prescindere dall’importanza che ebbe la Scuola Siciliana già negli anni Trenta del XIII° secolo nella creazione poetica in lingua volgare e, quindi, quale spinta allo sviluppo di un italiano scritto, pensiamo a quanto sia bella la nostra lingua quando non ci si fermi all’uso fiorentino di un termine, o a quanti aggettivi possano descrivere il medesimo (s)oggetto o di quale ricchezza si possa godere attingendo a più fonti. La pluralità linguistica, il mischiare alto e basso, l’inventare neologismi, sono del resto tutte caratteristiche che Dante apprezzava e applicò egli stesso nella sua Commedia.
“Pensare di ancorare l’italiano a un testo del Trecento fruibile solamente se acculturati è un’operazione elitaria e borghese, espressione ancora una volta di un’egemonia economica (e/o accademica) che poco si sposa con le necessità storiche e sociali a cui si deve rifare un sano sviluppo linguistico.” —Simona Maria Frigerio, The Black Coffee (January 23, 2021)
Sighting Citation:
“Simona Maria Frigerio, “L’italiano è figlio della Commedia?” (2021).” Dante Today: Citings and Sightings of Dante’s Works in Contemporary Culture. Elizabeth Coggeshall and Arielle Saiber, eds. May 12, 2025. https://www.dantetoday.org/sightings/simona-maria-frigerio-litaliano-e-figlio-della-commedia-2021/.